Una mostra nel cuore della Certosa di Pesio

Siamo agli inizi di luglio e con un gruppo di volontari saliamo alla Certosa di Pesio per montare la mostra “Congo e Amazzonia, due polmoni dell’umanità”. Appena arriviamo in Certosa mi colpisce un’immagine, affissa a una parete. Di primo istinto penso: la visione dall’alto di una maloca nel mezzo della selva amazzonica. Immediatamente, dopo il colpo d’occhio iniziale, passo ad osservare con attenzione ed ecco che mi si rivela la Certosa, vista dall’alto, in mezzo al verde della vallata. Questa reazione istintiva si ripeterà più volte, curioso. Forse perché l’immagine della maloca, la grande casa comunitaria di alcuni popoli indigeni della selva amazzonica, mi è diventata familiare nel corso di questi anni.

Amazzonia: un mondo vicino a noi

Con l’associazione Impegnarsi Serve abbiamo iniziato ad occuparci di Amazzonia e popoli indigeni fin dalla fine degli anni Novanta, quando nasceva l’associazione nel contesto della Campagna “Non di sola coca, quando impegnarsi serve”. P. Lino Tagliani, in un video, raccontava della maloca degli indios huitoto della Colombia e dell’uso tradizionale della foglia di coca nei riti di questo popolo. Da allora, insieme a p. Giordano Rigamonti abbiamo intrapreso strade che ci hanno portato a conoscere più da vicino l’Amazzonia colombiana e quella brasiliana, fino alla nostra ultima mostra, quella attualmente esposta alla Certosa di Pesio. Il tema è attuale, si parla di ambiente, di foreste, di biodiversità, di popoli indigeni e uso sapienziale delle risorse. E si parla di crimini che distruggono interi popoli e foreste.

Non è un caso che si sia pensato all’allestimento alla Certosa di Pesio nei mesi di luglio e agosto 2019. Siamo infatti ormai prossimi ad un evento di grande portata e profondo significato: il sinodo panamazzonico che si terrà a Roma nel mese di ottobre. I temi che verranno dibattuti sono più che mai attuali e verranno affrontati in una ottica globale, riprendendo le proposte di “ecologia integrale” e di “cura della casa comune” presentate nell’enciclica Laudato sì’.

Alberi sradicati in Valle Pesio… da venti discendenti con raffiche fino a 90 km/h chiamati downslope wind

“Un fenomeno non comune per le aree di montagna nostrane, correlato probabilmente ai cambiamenti climatici”

Il pensiero torna alla Certosa e alla prima visita fatta ad aprile per sondare la possibilità di allestire la mostra. P. Daniele Giolitti, che ci accolse, ci raccontò dell’evento atmosferico dello scorso ottobre 2018, con centinaia di alberi sradicati in Valle Pesio, evento che non risparmiò neppure gli alberi secolari del parco della Certosa.  Faccio una ricerca veloce in internet e leggo su giornali locali che non si trattò di una tromba d’aria, ma di venti discendenti con raffiche fino a 90 km/h chiamati downslope wind, che dalle più alte creste montuose corrono giù in valle, prendono velocità e sradicano tutto ciò che trovano. “Un fenomeno non comune per le aree di montagna nostrane, correlato probabilmente ai cambiamenti climatici”. Ripenso alla nostra mostra e avverto che ciò che raccontiamo non fa parte di un mondo così lontano da noi. Migliaia di fili, più o meno visibili, legano le sorti dell’umanità. 

Tra il verde delle foreste

La mostra ben si inserisce nel contesto della Certosa. Tre tensostrutture si stagliano di fronte all’ingresso della chiesa abbaziale catturando l’attenzione del visitatore non appena varca la soglia d’ingresso. Completa la visione d’insieme la grande immagine di un fiume amazzonico, di fronte al quale si ergono le sagome di alcuni bambini yanomami e di un leader macuxi. La prima tenda racconta delle foreste dell’area amazzonica e del bacino del Congo, la seconda i crimini perpetrati dall’uomo nei confronti della foresta e dei popoli che la abitano. La terza tenda, porta l’attenzione del visitatore sul differente uso delle risorse da parte di nativi e coloni, per poi metterlo in ascolto degli insegnamenti della foresta e dei miti e leggende del popolo yanomami.  Uscendo dall’ultima tenda si viene introdotti nella semplice ricostruzione di una maloca all’interno della quale sono esposti oggetti originari, quali amache, lance per la caccia, strumenti per estrarre il succo di manioca. Altri pannelli e immagini arricchiscono la visita una volta usciti dalla maloca. Il chiostro al piano superiore, al termine del grande scalone, è dedicato alle popolazioni pigmee del bacino del Congo.

La mostra, realizzata dall’associazione Impegnarsi Serve, è frutto di anni di studio, riflessione, impegno e deve molto della sua ricchezza alle relazioni con i tanti missionari della Consolata incontrati nel corso di questi anni, con i quali si sono costruiti rapporti, collaborazioni, progetti.

La mostra allestita in Certosa ha un valore in più… sarà il visitatore a coglierlo, immerso nel verde della valle Pesio.

Clelia Nosengo,
associazione IMPEGNARSI SERVE ODV

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